Lei corre al sepolcro (Gv 20,1-9). Era ancora buio, solo il primo chiarore all’orizzonte. Sapeva bene dove era stato sepolto il Maestro. Ne aveva osservato ogni minimo particolare. Ora voleva onorare il suo corpo, profumarlo, toccarlo ancora un’ultima volta. Sentire la sua presenza.
Il sepolcro è aperto. Vuoto. Non c’è più il corpo del suo Signore.
La reazione è immediata: corre più veloce che può. Solo un pensiero nella testa: hanno rubato il corpo. Corre, il respiro affannoso si fa uno coi pensieri disperati.
La comunicazione a Pietro, affannata. Nemmeno il tempo per chiedere cosa aveva visto. Entrambi, Pietro e il discepolo amato, quello che si sentiva “più amato”, corrono anche loro al sepolcro. I pensieri più confusi popolano i loro cuori insieme a un nodo stretto alla gola e alla fretta di arrivare.
Il sepolcro è vuoto. Il corpo del Maestro non c’è più, solo il sudario e i teli.
La reazione del discepolo amato: vede e crede.
Due razioni a confronto. Quella di Maria di Magdala e quella di Giovanni.
Due modi diversi di interpretare una mancanza. Lei compie delle deduzioni, ragiona, razionalizza. Lui crede, si fida, osserva e comprende col cuore.
Non è ancora chiaro ed evidente per nessuno. Cristo Risorto si manifesterà presto a loro. Ma due sono gli atteggiamenti di fondo coi quali è possibile stare di fronte al dramma della mancanza, dello sconforto, del dubbio…della morte.
Quel discepolo guarda con gli occhi della fede, della fiducia sconfinata che aveva verso il suo Maestro. Maria si lascia prendere dallo sconforto e da una visione puramente immanente. Si fida solo delle sue deduzioni logiche. Il corpo non c’è, allora è stato portato via.
Così anche per noi esistono due modi per stare di fronte alla vita e ai suoi drammi. La posizione di Giovanni non è la migliore in sé per sé, ma rivela l’atteggiamento di chi guarda la realtà come dono e non come inganno. Lui ha questo sguardo perché ha fatto l’esperienza di sentirsi amato e filtra i dubbi umani attraverso la fiducia nell’amore ricevuto. Come un bambino, che si fida del proprio papà che guida l’auto, senza chiedergli dove va e quale strada fa.
Il nostro sguardo può permettere o non permettere alla Luce di Cristo di penetrare in noi. La nostra libertà è di fronte al dono di Dio. Puoi crederci pur senza vederlo oppure rifiutarlo perché non lo vedi.
Beati coloro che pur non avendo visto crederanno…
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