“Se faccio tutto bene allora ho diritto a ricevere una giusta ricompensa dalla vita” è un pensiero spesso inconscio che un po’ tutti accarezziamo dentro di noi. Invece Gesù invita ancora una volta a cambiare mentalità: “Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: “Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare”” (Lc 17,10). Se la nostra posizione nei confronti della vita – e quindi anche nei riguardi di Dio – è funzionale e pretenziosa, non è possibile accedere alla dinamica della fiducia. Dinamismo che Santa Teresina comprendeva appieno: “Alla sera di questa vita, comparirò davanti a te a mani vuote, perché non ti chiedo, Signore, di contare le mie opere”. Ecco perché occorre chiedere a Dio di accrescere la fede, la fiducia piena in Lui. Poiché: “soccombe colui che non ha l’animo retto, mentre il giusto vivrà per la sua fede” (Ab 2,4).
Solo chi si fida dell’amore di Dio è libero dai propri successi e insuccessi ed è disposto a “soffrire per il Vangelo” (cfr. 2Tm 1,8).

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