Dalla Lettera Contemplate della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica.

Carissimi fratelle e sorelle,

 L’Anno della vita consacrata – cammino prezioso e benedetto – ha varcato il suo Zenit, mentre le voci di consacrati e consacrate da ogni parte del mondo esprimono la gioia della voca­ zione e la fedeltà alla loro identità nella Chiesa, testimoniata a volte fino al martirio.

Le due lettere Rallegratevi e Scrutate hanno avviato un cammino di riflessione corale, seria e significativa, che ha posto domande esistenziali alla nostra vita personale e di Istituto. Conviene ora continuare la nostra riflessione a più voci, fissando lo sguardo al cuore della nostra vita di sequela.

Portare lo sguardo nel profondo del nostro vivere, chiedere ragione del nostro pellegrinare alla ricerca di Dio, interrogare la dimensione contemplativa dei nostri giorni, per riconoscere il mistero di grazia che ci sostanzia, ci appassiona, ci trasfigura.

Papa Francesco ci chiama con sollecitudine a rivolgere lo sguardo della nostra vita su Gesù, ma anche a lasciarci guardare da Lui per «riscoprire ogni giorno che siamo depositari di un bene che umanizza, che aiuta a condurre una vita nuova». Ci invita ad allenare lo sguardo del cuore perché «l’amore autentico è sempre contemplativo». Sia la relazione teologale della persona consacrata con il Signore ( confessio Trinitatis), sia la comunione fraterna con coloro che sono chiamati a vivere il medesimo carisma ( signum fraternitatis ), sia la missione come epifania dell’amore misericordioso di Dio nella comunità umana (servitium caritatis), tutto è riferito alla ricerca mai esaurita del volto di Dio, all’ascolto obbediente della sua Parola, per giungere alla contemplazione del Dio vivo e vero.

Le varie forme di vita consacrata – eremitica e verginale, monastica e canonicale, conventuale e apostolica, secolare e di nuova fraternità – bevono alla fonte della contemplazione, ivi si ristorano e prendono vigore. In essa incontrano il mistero che le abita e trovano pienezza per vivere la cifra evangelica della consacrazione, della comunione e della missione.

Questa lettera – che si inserisce in una linea di continuità con l’Istruzione La dimensione contemplativa della vita religiosa (1980), con l’Esortazione Apostolica post-sinodale Vita consecrata (1996), la Lettera Apostolica Novo millennio ineunte (2001), e le Istruzioni Ripartire da Cristo (2002) e Faciem tuam, Domine, requiram (2008) – vi giunge pertanto come invito dischiuso sul mistero di Dio, fondamento di tutta la nostra vita. Un invito che apre un orizzonte mai raggiunto e mai totalmente esperito: la nostra relazione con il segreto del Dio vivente, il primato della vita nello Spirito, la comunione di amore con Gesù, centro della vita e fonte continua di ogni iniziativa, esperienza viva che chiede di essere condivisa. Risuona il desiderio: Mettimi come sigillo sul tuo cuore ( Ct 8,6).

Lo Spirito Santo che solo conosce e muove l’intimo di noi, intimior intimo meo, ci accompagni nella verifica , nell’edificazione, nella trasformazione della nostra vita, perché sia accoglienza e giubilo di una Presenza che ci abita, desiderata e amata, vera confessio Trinitatis nella Chiesa e nella città umana: «Noi ci disponiamo a riceverlo con tanto maggiore capacità quanto maggiore è la fede con cui crediamo, la fermezza con cui speriamo, l’ardore con cui desideriamo ». Il grido mistico che riconosce l’Amato, Tu sei il più bello tra i figli dell’uomo (Sa! 45, 3), come potenza d’amore feconda la Chiesa e ricompone nella città umana i frammenti smarriti della Bellezza.

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