Quando si incontra una persona che ci parla può capitare di non ricordare ciò che ci ha detto poco dopo averla vista, oppure ci si entusiasma facilmente e ci si dà appuntamento per un’altra volta…che poi non accade più. Ma ci sono anche delle volte in cui le parole dell’altro vanno diritte al cuore e provocano dei veri e propri cambiamenti in chi ascolta.
Le parole hanno un’influenza incredibile per la vita di una persona. Possono ferire o edificare, uccidere o risanare.
Nella parabola del seminatore (Mt 13,1-23) si comprende molto bene il valore della Parola, con la P maiuscola, ben più potente e creatrice rispetto alle tante parole umane. Essa può portare molto frutto, ti scava dentro e ti trasforma piano piano perché guarisce e risana, riordina e conduce verso la vera vita, perché è fonte di vita.
Ma c’è un problema: sappiamo ascoltare veramente?
Le preoccupazioni, le distrazioni, le superficialità, la fretta e i facili entusiasmi non permettono l’ascolto autentico della Parola di Dio, ma neanche quella degli uomini a dir il vero.
Gesù dice infatti ai suoi discepoli: “A colui che ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza; ma a colui che non ha, sarà tolto anche quello che ha”. Chi ha l’orecchio teso all’ascolto vero sarà in grado di accogliere la Parola di Dio e la trasformazione interiore che essa provoca nel modo di pensare, di guardare alla realtà e di approcciarsi alla vita. Chi invece non ha l’orecchio pronto ad ascoltare si distrae nelle cose effimere dove tutto passa e non soddisfa e perde l’occasione che gli viene offerta da quella Parola.
Eppure il Seminatore non ha misura nel donare il seme della Parola. La getta in ogni terreno, buono o cattivo, pronto o inadatto. Egli ha fiducia che quella Parola, prima o poi, incontri un terreno che la accolga e la faccia crescere.
É in attesa di essere ascoltata veramente per entrare in azione e incarnarsi nella tua storia rivelandoti chi sei e quale posto hai nel mondo.
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