Nella nostra formazione del Noviziato abbiamo concluso da poco un percorso sul Cammino di Perfezione di S. Teresa. I momenti di lettura, condivisa e personale, hanno fatto crescere in noi il desiderio di vivere come questa santa, libera e audace. Oggi, come nel passato al suo primo gruppo di discepole, la santa Madre continua a trasmetterci la sua sapienza di donna cristiana, consacrata e carmelitana.
Come vere pellegrine abbiamo utilizzato una “Guida al Cammino di Perfezione di S. Teresa”, di Tomás Alvárez, che consigliamo a tutti coloro che desiderano leggere per la prima volta, oppure riprendere, questa opera della Santa d’Ávila.
In sintesi, il libro di Alvárez che si propone essere un commento preliminare a ogni capitolo del Cammino, ci sembra consigliabile per questi motivi:
- Uno stile vivo e accattivante: la Guida, suddivisa in brevi capitoli, è densa di titoli e sottotitoli capaci di far emergere i concetti che stanno a cuore alla Santa. Inoltre, lo stile è vivace e abile nel sottolineare gli innumerevoli paragoni e simboli che si trovano nel Cammino.
- Contestualizzazione storica e socio- colturale: il Cammino di Perfezione è stato scritto tra il 1562 – 1567. Per quanto Santa Teresa abbia un linguaggio colloquiale, spesso ad immagini e, quindi, immediato, tuttavia è necessaria una mediazione che aiuti a comprendere non solo la situazione storica, ma anche la condizione della vita religiosa del tempo. In questo Alvárez ne è abile, e permette di ritradurre alcuni problemi all’oggi.
- Attenzione allo sviluppo storico del libro: come sappiamo, il libro di S. Teresa ha dovuto passare al vaglio di una dura critica e revisione dei teologi censori (Prima edizione: codice dell’Escorial e Seconde edizione: codice di Valladolid). Alvárez riesce, nella Guida, a mettere in evidenza i punti di disaccordo e le motivazioni sottostanti (ad es: Teresa insiste molto sull’unire la preghiera vocale a quella mentale a differenza dei teologi che, in quel tempo, considerano pericoloso, soprattutto per le donne, darsi alla contemplazione).
Una buona guida, in definitiva, per comprendere meglio il testo e, quindi, camminare con più determinazione.
Aiutate dalle riflessioni di Tomás Alvárez, vogliamo condividere con voi il “gusto” che ci ha lasciato la lettura del Cammino di Perfezione:
L’atteggiamento che più colpisce nella Santa è la sua profonda umiltà, che la spinge a scrivere su quello che lei stessa ha imparato, non senza sofferenza e sacrificio, nel suo cammino spirituale.
Partendo dai suoi ideali di vita consacrata e comunitaria nel Carmelo di San Giuseppe di Ávila, Teresa ha cercato di creare un clima di amore vicendevole, nutrito dall’amore sponsale per Cristo e dall’ amore figliale per il Padre.
Diventata ormai maestra di vita spirituale, fa dono del suo magistero alle sue figlie, con il desiderio di avviare in loro un serio cammino di vita cristiana e religiosa carmelitana, tramite la cura dell’orazione e l’ascesi delle virtù, che le metta “in sintonia” nella vita fraterna.
Per parlare della preghiera, l’argomento principale del libro, Teresa si serve di due immagini simboliche: il gioco degli scacchi e la sorgente dell’acqua viva.
Attingere alla sorgente significa, per la carmelitana, attingere a Cristo, alla Sua sapienza, al Suo amore. Lui, però, è una fonte che non disseta colei che beve, ma la lascia ancora assetata: “più beve, più desidera di bere” (Cap.19, 2). In questo modo, la carmelitana è totalmente dipendente da Dio, perché soltanto nell’Incarnazione del Figlio trova il modello più bello di umanità da seguire e da proporre alle altre per un’autentica “sequela Christi”.
Rivolta verso Dio, in una continua tensione di trascendenza mistica, di amore sponsale e allo stesso tempo continuamente in ricerca della propria identità, in un’autentica e umile conoscenza di sé stessa, la carmelitana è sempre nell’atteggiamento di chi dona e riceve gratuitamente.
Per percorrere questo cammino, Teresa propone alle sue figlie di immedesimarsi nella “regina” che da scacco-matto al Re, conquistando il Suo amore con la sua umiltà.
E dove trova la carmelitana il suo Re? Teresa resta in contemplazione e si stupisce quando trova nel “Pater noster” la risposta alla sua domanda esistenziale: “Padre nostro, che sei nei cieli”. E dove sono i cieli nei quali dimora il Padre? Il cuore di ogni uomo …
Avventura sempre da riscoprire e da ripercorrere per ciascuno di noi … oggi, come agli inizi del Carmelo e del cristianesimo, perché “carmelitana sì, ma figlia della Chiesa” …
sorella Nicoleta e sorella Alice
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