Domenica 20 settembre, nella Chiesa dell’Annunziata, i padri carmelitani hanno vissuto una doppia festa: la prima professione di Vincenzo e il 25esimo di Padre Andrea, superiore della casa. Anche noi carmelitane di S. Maria abbiamo avuto la gioia di partecipare, in compagnia di altre famiglie religiose e di tanta, tanta gente che è vicina al convento dei padri, a queste due professioni di fede. A presiedere c’era Padre Luigi Gaetani, Superiore della Provincia napoletana, che ci ha spronato a non conformarci alla mentalità della nostra società, dove prevale la legge del più forte, dell’arrogante, perché Gesù non ha impugnato le armi del potere, ma ha vestito il grembiule del servizio, abbracciando la mitezza come scelta di vita. Questa è la vita alta del Vangelo a cui siamo chiamati, andando controcorrente, perché segue la via dell’abbassamento, e non dell’ascesa. Il bambino si sente amato e protetto nelle braccia della mamma e un papà, i quali per abbracciarlo, si sono inchinati, abbassati fino a lui. Ancora, Padre Luigi, guardando ai festeggiati e a tutti noi religiosi/e, ci ha spronato a dare tutto se stessi lì dove siamo chiamati, nelle piccole mansioni quotidiane, chi in cucina, chi nel giardino, chi nel confessare, chi nel fare catechesi, chi nell’assistere i malati, perché la vita vera si ritrova, spendendola tutta per i fratelli. Ma ciò che mi ha colpito di più è stato quando, guardandoci, ci ha ricordato che per ciascuno di noi le porte sono sempre aperte, le porte del convento, e ancor di più le porte del cuore dei carmelitani. Allora, cento di questi giorni perché abbiamo bisogno di questi kairos, momenti di grazia, per riprendere il cammino quotidiano, tenendo alta la testa verso la bellezza che Dio ci fa gustare nella sua Chiesa. Auguri a Fra’ Vincenzo e a Padre Andrea della Beata Elisabetta della Trinità.
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