Con l’inizio dell’Umanesimo, dopo i cosiddetti “secoli bui” del Medioevo, l’uomo viene portato al centro della riflessione artistica, filosofica e scientifica. Si attua un passaggio decisivo nella storia dell’umanità: dalla centralità di Dio, Signore del tempo e della storia, alla centralità dell’uomo capace di prendere in mano le redini del proprio destino. Si parla di “homo faber”, l’uomo che ricorrerà sempre meno alla religione per rispondere agli interrogativi sull’universo e sull’uomo stesso.
Fino ad arrivare ai giorni nostri. La scienza e la tecnica, con il loro rigoroso metodo scientifico, sono i nuovi sapienti verso i quali la società ripone grande fiducia anche per le scelte politiche da attuare. Ne é un esempio lampante la gestione della pandemia che stiamo affrontando. Ma quando si tratta di fiducia estrema nella tecnica e, in particolare, nella tecnologia (sarebbe interessante approfondire il tema dei transumanisti…) si deve andare a cercarne l’origine in quello che viene definito “gnosticismo moderno” che rivela una fiducia assoluta nelle potenzialità della ragione umana senza più alcun riferimento a Dio come fondamento della realtà stessa.
In effetti l’umanità ha fatto non pochi passi in avanti in ambito tecnico-scientifico e la vita stessa degli uomini ha subito e subisce ancora trasformazioni repentine. Basti pensare a come é stato possibile essere #distantimauniti nel tempo del lockdown grazie alla tecnologia digitale per rendercene conto.
Tuttavia, la stessa pandemia ha riportato a galla con maggiore urgenza gli interrogativi profondi e indelebili di ogni uomo: perché tutto questo? Perché la morte? C’è qualcosa dopo la morte che dà senso a questa vita?
Non è questo il luogo per approfondire tali domande, ma può aiutarci riprendere in mano la sapienza dei salmi e in particolare il salmo 90.

2 Prima che nascessero i monti
e la terra e il mondo fossero generati,
da sempre e per sempre tu sei, o Dio.

4 Mille anni, ai tuoi occhi,
sono come il giorno di ieri che è passato,
come un turno di veglia nella notte.

10 Gli anni della nostra vita sono settanta,
ottanta per i più robusti,
e il loro agitarsi è fatica e delusione;
passano presto e noi voliamo via.

12 Insegnaci a contare i nostri giorni
e acquisteremo un cuore saggio.

L’uomo continuerà ad avanzare nell’era digitale, affronterà e vincerà probabilmente ancora molte altre sfide, ma non potrà mai dare risposte definitive alle sue domande di senso. La sapienza dei Salmi ci riporta nella giusta dimensione di chi sa contare gli anni della propria vita riportandoli sotto l’occhio del vero Signore della storia. Cosa siamo e cosa possiamo noi di fronte alla vita e alla morte. Non ne siamo i padroni, ma possiamo recuperare quel vero senso di Dio dei medievali e dei primi cristiani che ci permette di riporre ogni fiducia sincera solo in Colui che della vita é l’unico creatore e signore.
La storia dell’umanità e le nostre tante piccole storie sono nelle sue mani provvidenti, dalle quali riceviamo la libertà stessa di accettarlo come no.

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