Giovanni della Croce è un vero maestro di vita spirituale che ha saputo scandagliare quanto avviene nell’anima umana nel rapporto con Dio. Nel “Cantico spirituale”, ad esempio, descrive mirabilmente cosa avviene dopo una di quelle “visite che Dio fa all’anima mediante le quali la piaga ed eleva in amore”.
《Esse [le visite di Dio] accendono tanto in affetto la volontà, da fare in modo che l’anima bruci nel fuoco ardente di amore talché le sembra di consumarsi in quella fiamma, la quale la fa uscire fuori di sé, rinnovare tutta e passare ad un nuovo modo di essere, simile alla fenice che brucia e rinasce di nuovo.》
Il tocco di Dio brucia l’anima d’amore, ma non la uccide, perché dalle ceneri della purificazione interiore rinasce una nuova vita. Si tratta delle tante esperienze di risurrezione interiore che si fanno nella propria vita. Il contatto vero e profondo con il Signore genera una trasformazione verso un modo nuovo di essere, di esprimersi, di interagire con la realtà. San Paolo parla di uomo vecchio e uomo nuovo. La mitologia intende la vita di questo animale con il motto “Post fata resurgo” (“dopo la morte torno ad alzarmi”). E in effetti con Dio accade questo. Muore qualcosa del vecchio modo di pensare e agire, della mentalità mondana, e si entra nella vita nuova del Cristo risorto.
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