«Nonostante non tutto nella Chiesa visibile sia divino, tuttavia il divino in essa è già qualcosa di visibile» (V. S. Solov’ëv, I fondamenti spirituali della vita).
Il Verbo di Dio, il lògos, si è incarnato. Cristo è venuto ad abitare nella nostra umanità, ha camminato lungo le strade della Palestina, ha chiamato a sé i Dodici e li ha inviati ad annunziare il Regno di Dio, ha dato loro il potere di battezzare nel nome della Trinità e di rimettere i peccati, di esercitare la stessa misericordia di Dio. Con Cristo, Dio-uomo, è nata la Chiesa.
Solov’ëv, un autore russo di fine ‘800, insiste particolarmente sul carattere divino-umano della Chiesa. Dietro a tutte le peripezie dell’umanità ecclesiale che vive i mutamenti contingenti della storia è presente la Chiesa di Dio che è “sorgente infinita della grazia divina” attraverso l’azione dello Spirito Santo.
Ciò che intende sottolineare maggiormente il filosofo russo, però, è la manifestazione sensibile e corporea dell’azione divina nella Chiesa e non tanto, o non solo, l’azione nascosta e spesso impercettibile dello Spirito all’interno e mediante essa.
Sì, perché in effetti, spesso ci si ferma a guardare con indignazione agli scandali che accadono all’interno della Chiesa oppure a quell’elemento “troppo umano” davanti al quale, a volte, ci si ferma e non si riesce a guardare oltre. Pensiamo a quanti mormorii e chiacchiericci sentiamo nelle nostre parrocchie o a quanto si legge sui social.
Con l’incarnazione, però, Cristo ha dato una forma visibile e molto concreta alla sua Chiesa e attraverso di essa, pur segnata dal limite delle stesse debolezze e sofferenze prese su di sé dal Figlio di Dio, vive e si comunica il regno di Dio. Attraverso la Chiesa Dio divinizza l’uomo, spiritualizza tutto ciò che è materiale, parafrasando Solov’ëv.
Quali sono, dunque, i tre legami costitutivi scelti da Cristo e su cui si fonda la realtà divina visibile della Chiesa?
Secondo l’autore russo, tanto stimato dal più noto Von Balthasar, tutto si riassume nel sesto versetto del quattordicesimo capitolo del vangelo di Giovanni: Io sono la via, la verità e la vita. Cristo è presente nella sua Chiesa come via nella successione gerarchica iniziata con San Pietro, al quale ha affidato le chiavi del regno. É presente in quanto verità nelle Scritture e nella confessione di fede del popolo Santo di Dio che nel corso dei secoli é giunta fino a noi come unica vera notizia di vita eterna. E, infine, Cristo è presente nella sua Chiesa come vita mediante i sacramenti mediante i quali l’umanità partecipa già della vita eterna.
Forse uno sguardo più ampio come questo permette di superare una visione superficiale e senza speranza che si ferma ai limiti, i quali non vanno nascosti o negati ma posti in secondo piano rispetto alla grande opera spirituale che Cristo ha voluto costituire per continuare la sua azione nel mondo e portare avanti la sua Chiesa.

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